«Questa inchiesta mostra grande trasparenza…», così Stefano Paoloni a Libero. Sottolineando come da anni il SAP, tra le sue battaglie storiche stia chiedendo in dotazione telecamere sulle divise e negli uffici, proprio per evitare che si creino strumentalizzazioni di genere, garantendo una maggiore trasparenza e tutela sia per chi viene posto in stato di fermo che per gli operatori stessi. «Lo chiediamo invano da dieci anni, ma nulla. Sarebbe uno strumento di controllo preventivo per tutti». Mentre sul reato di tortura fa una riflessione a parte «Noi contestiamo la norma che non comprende solo le lesioni, ma la sofferenza psicofisica che è comunque soggettiva. Anche se non sembra questo il caso».
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