CONTRATTO DI LAVORO #FAISENTIRELATUAVOCE

CONTRATTO DI LAVORO #FAISENTIRELATUAVOCE
DOPO UN RIORDINO DELLE CARRIERE CHE HA SCONTENTATO TUTTI, RISCHIAMO DI IMBATTERCI NELL’ENNESIMO FLOP RELATIVAMENTE AL CONTRATTO DI LAVORO. I MOTIVI LI SPIEGO NEL MIO EDITORIALE CHE POTRETE LEGGERE CLICCANDO SU QUESTO LINK. IL GOVERNO NON CI HA DATO ALCUN RIFERIMENTO O TABELLA SU QUESTO CONTRATTO E NON POSSIAMO FARE VALUTAZIONI IMPROVVISATE. NEL FRATTEMPO, VISTO CHE IL PROBLEMA LO HA SOLLEVATO SOLO IL SAP, DOVETE FARVI SENTIRE, PERCHE’ IL FRONTE CONSORTIERO NON RAPPRESENTA ADEGUATAMENTE LE VOSTRE ESIGENZE.
VI INVITO AD ESPRIMERE AL GOVERNO QUELLE CHE SONO LE VOSTRE ISTANZE E ASPIRAZIONI UTILIZZANDO L’HASHTAG #FAISENTIRELATUAVOCE COMMENTANDO SOTTO OGNI POST PRESENTE SULLA PAGINA FACEBOOK DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI.


EDITORIALE DAL SAP FLASH NR 2 – 8 GENNAIO 2018

Cari colleghi,
come ben sapete per quanto riguarda il contratto di lavoro, abbiamo avuto un incontro interlocutorio lo scorso 22 dicembre, in cui sono state fornite delle cifre che al momento risultano ancora generiche. Non è ben chiara la provenienza di queste cifre, né la loro destinazione, intanto però, rileviamo un comportamento estremamente scorretto da parte della Funzione Pubblica. Ad oggi, ancora non sappiamo se l’incontro in programma per domani 9 gennaio 2018, presso Palazzo Vidoni, sia confermato. Non abbiamo ricevuto nessun riferimento e nessuna tabella o proposta. Avete idea dell’importanza e spessore di questa trattativa? Non possiamo certamente fare valutazioni improvvisate, soprattutto se si considera che le risorse sono esigue e che l’ultimo contratto è del 2009. E’ scorretto non consentirci di fare valutazioni approfondite e soprattutto di coinvolgere la comunità interna.

Dunque cari colleghi, considerando che questo problema non se lo pone nessuno ad esclusione del Sap, chiediamo il vostro aiuto. Dovete farvi sentire. Ad oggi sappiamo solo che resteranno aperte le questioni relative agli arretrati non coperti dal 30 giugno 2015 fino al 31 dicembre successivo, gli arretrati per il 2016 e 2017 sono realmente qualche cosa di irrisorio e tutto l’accessorio è bloccato da otto anni. Le dinamiche di questo contratto ruoteranno attorno ad un obiettivo di carattere elettorale, pienamente legittimo per carità, ma il problema è che noi siamo chiamati a scegliere nell’interesse reale della collettività e non sappiamo se le due esigenze potranno essere conciliate. Cari colleghi qui dovete farvi sentire tutti. Dovete far sapere al Governo cosa ne pensate.

Volete continuare, per esempio, a rimanere ancora fermi al ’92 per quanto riguarda il rimborso pasto in missione? Come se in questi 25 anni con l’entrata dell’euro, non fossero aumentati i costi dei ristoranti? Non solo, vogliamo continuare ad avere le stesse tariffe sui trattamenti economici quali notturni, festivi, reperibilità ed altro? Dovete decidere ciò che dobbiamo fare e dovete far sentire la vostra voce, perché c’è un difetto di rappresentanza reale nei vostri interessi. Lo abbiamo visto nel riordino delle carriere che ha scontentato tutti, ma sembrava invece che sul fronte sindacale consortiero fossero tutti felici e contenti. La stessa cosa sta accadendo con questo contratto di lavoro. Vi dovete far sentire. Vi invito ad esprimere al Governo quelle che sono le vostre istanze, le vostre aspirazioni, utilizzando l’hashtag #faisentirelatuavoce commentando i post nella pagina Facebook della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dovete farvi sentire perché il fronte consortiero non rappresenta adeguatamente le vostre esigenze. Così come l’Amministrazione, che anziché promuovere un sondaggio su dei gradi farlocchi privi di contenuto, avrebbe fatto a meglio promuovere un sondaggio su quelli che sono i desiderata della categoria con riferimento a questo contratto di lavoro.

NON SOTTRARTI, COLLEGA! E’ IMPORTANTE!


Governo Traditore

L’esecutivo patteggia con Strasburgo per i fatti di Bolzaneto e manda i poliziotti a lezione di diritti umani

Cari colleghi,
come è successo al G8 di Genova, dove si è arrivati a intitolare a Carlo Giuliani una sala del Senato, oggi accade qualcosa per cui mi indigno con forza e disgusto: il governo italiano si è impegnato nei confronti della Corte di Strasburgo per sottoporre gli operatori delle forze dell’ordine a dei corsi di sensibilizzazione relativamente ai diritti civili. Una follia. Un’umiliazione indegna.

I diritti civili sono quelli della brava gente che tutti i giorni è ostaggio del partito dell’antipolizia che ha collocato al centro del sistema i delinquenti, i mascalzoni, le devianze, i tossicomani e ogni “smarrito” di questa società.

Questi sono i diritti civili che sono violati ogni giorno, ossia quelli di coloro che sono stati educati nel rispetto dei valori condivisi della nostra I società: il lavoro, la famiglia, l’onestà, la dignità, il rispetto degli altri, la solidarietà.

Questi sono i diritti civili che vengono calpestati con il contributo di una classe di dirigenti di mangiapane a tradimento.

Da poliziotto e rappresentante di tantissi­mi poliziotti li disconosco come governo italiano.
Dovrebbero pulirsi la bocca quando par­lano dei poliziotti che per 1250 euro al mese vanno sulla strada a rischiare la vita e a garantirgli la loro succulenta greppia. Vergognatevi!
Andateci voi a fare i corsi di onestà, di dovere, di servizio al Paese e di umiltà. L’Italia ne avrebbe un grande giova­mento.


Illuminare la verità

Cari colleghi,

La prossima settimana sarà molto importante . Come vi ho più volte ricordato, la palla del riordino che, a mio parere, è ancora in gioco, è nelle vostre mani. Nei prossimi giorni pubblicheremo la controanalisi delle posizioni del Dipartimento e della Consorteria, per smascherare una propaganda veramente becera e fatta male sul riordino delle carriere, e così avrete modo di fare un confronto e capire come stanno realmente le cose.

Il prossimo 30 marzo, invece, inizieremo la nostra mobilitazione e ci asterremo per tre ore dal rapporto di lavoro in assemblea.

E’ di fondamentale importanza, però, che veniate tutti a sentire. lo manderò un video in tutta

Italia, nel quale cercherò di spiegare chiaramente le conseguenze di questo riordino farlocco.

Ma il mio compito è molto semplice, poiché la verità è scritta nelle carte e non abbiamo bisogno di convincervi di nulla, dobbiamo solo trasferirvela.

Se andate a vedere sul nostro sito la mia intervista pubblicata su forexinfo il 18 marzo e le polemiche che ne sono scaturite, pubblicate il 22, vi renderete conto che una luce si sta già accendendo, e questo è il nostro ruolo in questo momento: abbiamo il dovere di illuminare e rendere visibile e la verità.

Per questo, per il vostro interesse, vi invitiamo a partecipare tutti alla mobilitazione, cari colleghi, perché, adesso è arrivato il momento di decidere se stare con voi stessi o con le vostre miserie, se stare con il futuro, con una nuova Polizia, che significa qualità della vita sul posto di lavoro, gratificazione e dignità, o se stare, invece, con la miseria del vostro vizio quotidiano.

Fatevele quelle 5 domande che vi abbiamo proposto, datevi una risposta e decidete se combattere per la vostra carriera o perdere a tavolino rinunciando al domani.


Contratto, Bluff da 5 euro

Cari colleghi,
il Dpcm che sblocca le risorse per i contratti, alla fine è venuto fuori, e possiamo iniziare a fare dei bilanci. lo ricordo molto bene il volantino del Siulp, e appena possibile lo pubblicheremo, nel quale sono state fatte molte promesse, tra cui quella di 133 euro netti in busta paga per gli agenti insie­me a numerose strenne natalizie.
Oggi invece vediamo che la miope politica con­sortiera, che ha consigliato e ispirato il preceden­te governo e la strana coppia Alfano – Renzi, ha determinato solo disastri perché, lo abbiamo detto tante volte, per motivi di carattere elettorale è stato elargito un bonus, effimero e inconsistente fin dall’inizio, che a settembre si trasformerà in 31- 32 euro lasciando a bocca asciutta tutti coloro che pensavano di aver avuto 80 euro di aumento di sti­pendio senza capire, o voler capire, che invece si trattava solo di un bluff.
Con questa manovra, pensata per attutire la per­dita di potere d’acquisto del salario, ci freghe­ranno il riordino, trasformandolo in una riparame­trazione. E così ci ritroveremo con un contratto che per un agente partirà dalla miserrima cifra di 5 euro.
Mi sembra più che mai evidente che i conti del Siulp non tornano proprio e che invece del mirag­gio dei 133 euro promessi, un agente, tra contratto e riordino, porterà a casa circa 33 euro.

Potremmo dire che una parte dei calcoli l’hanno azzeccata, però, guarda caso, manca la parte più sostanziosa, ossia i 100 euro. Questo è il bilancio che dobbiamo fare, niente di più, e niente di meno.
Se avete ancora bisogno di conferme ri­spetto ai comportamenti e alle scelte di chi vi prende per i fondelli, allora,cari col­leghi, la vostra opportunità di costruire una carriera e un futuro migliori per voi e per le vostre famiglie è già sfumata mise­ramente, e il test psico attitudinale ed etico morale di cui vi ho parlato la scorsa volta, certamente risulterà negativo.


Fare domanda per i servizi interni

Cari Colleghi,
vi parlo con il cuore in mano: come possiamo continua­re ad andare fuori?
Non ci sono gli uomini, le nostre aspirazioni sono fru­strate, i concorsi bloccati, gli equipaggiamenti fanno schifo, i mezzi peggio e nessuno ci difende. Addirittura ci vogliono processare per sequestro di persona se mettiamo le manette a un delinquente sulla strada, come è accaduto ai tre poliziotti coinvolti nel caso Narducci a Forlì. Per tutto questo non mi resta che invitarvi a fare domanda per i servizi interni. Tempo addietro mi criticarono molto per aver difeso a spada tratta alcuni colleghi implicati in casi mediatici. Uno di questi è il caso Uva: il processo pubblico ha di­mostrato la totale estraneità dei colleghi dalle accuse e mercoledì scorso il supertestimone del processo media­tico imbastito dall’avvocato Fabio Anselmo ha ammaz­zato il padre a coltellate.
Ma il caso Narducci per le sue aberrazioni giuridiche e professionali è ancora peggio. Di sicuro il dibattimento pubblico che avrà inizio il 25 maggio prossimo presso il tribunale di Forlì, sarà il modo migliore per arrivare finalmente alla verità, ma sono davvero affranto per i miei colleghi e disgustato dalla giustizia italiana.

E’ assurdo che tre poliziotti, per aver fermato una perso­na, alla quale in passato era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza siano stati accusati di lesioni, dopo un anno e 4 mesi, per una prognosi di 5 giorni ri­lasciata dal pronto soccorso.

Come ho più volte ricordato anche dal Gazebo, dove lo scorso 8 febbraio ho iniziato lo sciope­ro della fame, ci sono due perizie e un filmato che escludono che Narducci sia mai stato sfio­rato al volto dalla mano di un poliziotto, oltre a due testimoni oculari e alla parola dei tre agenti coinvolti , mentre lui ha affermato di essere stato colpito da un “pungo di inaudita violenza”. Eppure, oggi, gli uomini in divisa sono stati rinviati a giudizio per falso ideologi­co, calunnia, falsa testimonianza e sequestro di persona.

Ve lo raccomando: fate domanda per i servizi interni. 


Lettera aperta al Ministro Minniti

Illustrissimo signor ministro,

come credo Le sia noto, non siamo mai stati molto d’accordo con la gestione del Dipartimento, e in par­ticolar modo con le scelte fatte durante la gestione Alfano – Pansa, e anche oggi, in verità, non sempre ci sentiamo perfettamente in linea, come potrà consta­tare anche dai contenuti dei nostri interventi sul cir­cuito mediatico, perché pensiamo e crediamo che serva un cambio radicale.

Premesso ciò, la lettera che Le è stata inviata da alcune organizzazioni sindacali, mi impone di parte­ciparle il pensiero del Sindacato autonomo di Polizia.

Non Le sarà certo sfuggito che in quest’ultima missi­va mancano le motivazioni per le quali si intendono rompere le relazioni sindacali con l’Amministrazione, e ciò non è un caso. Successivamente è stato inviato un comunicato agli iscritti per tentare di giustificare questo atteggia­mento utilizzando quelli che sono stati negli ultimi tre anni i cavalli di battaglia del Sap, a partire dalla chiusura degli uffici e proseguendo con molti altri temi, nonostante in questo periodo tutti hanno potuto riscontrare la totale acquiescenza dei rappresentanti sindacali che oggi La interpellano.

Le scrivo perché voglio evidenziare che gli argomenti menzionati nella lettera sono soltanto dei palliativi, poiché è giusto fare un distinzione tra i motivi formali e i motivi sostanziali e tra le cause ufficiali e le cause assolutamente in­confessabili. Ed è su queste ultime che vorrei richiamare la Sua attenzione. Il principio da cui si origina l’attuale situazio­ne è che il movimento sindacale, in Polizia, ha subito negli ultimi anni una deriva dege­nerativa, anche etico morale, che ha trasfor­mato completamente la sua natura. Da soggetto progressista, finalizzato alla tutela degli interessi xollettivi della categoria, si è trasformato in un soggetto di amministrazione del potere per il potere, e, molto spesso, in un’attività di predazione sulle opportunità che la funzione di rappresentanza fornisce ai singoli.
Il problema vero di qualcuno è il timore di vedersi sfuggire dalle mani la greppia clientelare consocia­tiva consortiera nella quale si è sempre nutrito. Poiché non credo che ciò vada nella direzione di una moralizzazione interna, né persegua i principi del buon andamento e dell’imparzialità previsti dall’art. 97 della nostra Costituzione, La prego di fare le sue valutazioni in funzione anche di questo nostro libero pensiero. Noi crediamo che, se anche la fine della prima repubblica è arrivata con 20 anni di ritardo nella nostra Amministrazione, questo processo di rinnovamento debba essere irreversibile, e pertanto non avver­sato e non bloccato.

Certi di aver fatto cosa giusta nel trasmetterle il punto di vista di una parte non secondaria della co­munità interna della Polizia di Stato, nel porgerle i saluti più cordiali, sentitamente La ringraziamo per l’attenzione prestata.

Cordialmente

Gianni Tonelli


SINDACALISTI VERI E VERI PIERINI …

Cari colleghi,
oggi voglio accennarvi di due questioni, per noi molto importanti.
La prima è che la nostra proposta per abbattere i tempi di attesa dei rimborsi per spese mediche e legali in caso di infortuni è arrivata in Parlamento. Venerdì mattina è uscito un lungo pezzo su il Giorna­
le nel quale abbiamo illustrato le linee principali del disegno di legge che trovate sintetizzate anche nel pezzo a pag. 2.

Sappiamo tutti, purtroppo, che questa vicenda è in ballo da moltissimo tempo e non è mai stato fatto nulla per affrontare e risolvere il problema alla radice. Noi ci stiamo provando, con i mezzi a nostra disposi­zione, e siamo estremamente soddisfatti che la gran parte dei partiti ci abbia dimostrato il suo appog­gio. A questo punto ci aspettiamo anche un’iniziativa di governo in tal senso, per mettere definitivamente la parola fine a quella che in certi casi rappresenta una vera e propria vergogna contro gli operatori delle forze dell’ordine.
Sul nostro sito www.sap-nazionale.org potete trova­re il testo del disegno di legge, presentato dalla Lega nord. Appena ce li invieranno, pubblicheremo anche gli altri.
Il secondo argomento di cui voglio parlarvi riguarda l’annunciata chiusura dei presidi di Polfer e Poi strada, anche alla luce della riunione che si è svolta giovedì pomeriggio scorso alla presenza del prefet­to Roberto Sgalla.
Questa è una battaglia che il Sap ha portato avanti per tre anni in solitaria, contro tutto e contro tutti.
Tutto il fronte consortiero ha “leccarda­mente” assecondato la precedente ge­stione del Viminale, Alfano-Pansa, e non ha mai preso una posizione forte contro. Per verificare quanto dico è sufficiente fare una ricerca sul web.
C’è una cosa, però, che comincia a farci pen­sare che i nostri sforzi siano andati a buon fine … e che comunque il progetto di chiusura subirà un forte ridimensionamento. Questa sensazione è dovuta al diverso comportamento delle altre sigle sindacali, che ultimamente sembra stiano facendo i “pierini” saltando sul treno in stazione, ossia cominciando a inveire contro la chiusura degli uffici con dichiarazioni e comunicati vari. Cos’è cambiato? Forse il risultato è a portata di mano?
O forse, dopo la batosta elettorale, questa maggioranza non ha intenzione di perdere ulteriori consensi sul fronte della sicurezza chiudendo centinaia di presidi? A voi la risposta, cari colleghi, ma verificate chi ha fatto davvero, quando e come. Il Sap da tre anni è sulle piazze per combattere questa battaglia.

Ben vengano anche i furbetti dell’ultimo secondo.


LEGGE DI STABILITA’, IL BLUFF DEGLI 80 EURO

La nostra attenzione in questo momento è chiaramente indirizzata verso la legge di stabilità. Girano tante voci: c’è chi si vende un poker d’assi, noi che sosteniamo che è un due di bastoni, c’è chi va a dire in giro che i soldi ci sono. Per qualcuno i consortieri sono bellissimi, perché da una parte il Siulp dice che ci sono 133 euro netti per un agente e poi, contestualmente, alla conferenza stampa di Forza Italia, il vice segretario Pisaniello viene lì e dice: “In questa legge di stabilità ci sono pochi soldi, vi ringraziamo se voi farete qualcosa per farcene dare degli altri”.

Il problema è che, allo stato dell’arte, di soldi ce ne sono pochi. Ci sono questi ottanta euro, che in realtà sono 32 netti di lavoro nero legalizzato, come amiamo chiamarli noi. O vengono dati come bonus per il 2017 o vanno nel riordino. Se vanno nel riordino sono 32 e, comunque, gli 80 euro saranno solo per il 2017.

Questa è la cifra. Per il contratto invece, alla fne, a regime, al netto, in due anni ci sono circa 14-15 euro. Questi sono i soldi e le cifre che ci sono nell’articolo 52. Gli emendamenti in campo sono tanti.

Ne riportiamo anche sul sito: quelli di Forza Italia, quelli della Lega Nord e altri movimenti politici. Ci auguriamo di poter integrare con tutti gli altri partiti di opposizione che sicuramente saranno prodighi nelle richieste, ma quello che ci interessa è vedere, alla fne, se ci sarà una possibilità di soddisfazione perché i chiari di luna non sono poi così sereni.


TRUMP, BREXIT E POKER D’ASSI

Cari colleghi, partendo dal dato certo che a gennaio percepiremo uno stipendio inferiore di quello di dicembre, è opportuno addentrarci in alcune rifessioni.
Il circuito mediatico, pressoché totalmente asservito al potere, ci ha descritto Trump come uno dei peggiori soggetti in vita sulla faccia della terra.

La Brexit, invece, come la peggiore delle condizioni che avrebbero determinato il crollo delle economie mondiali, in particolare quella britannica.
Alfano va in Parlamento e, nonostante l’articolo 52 della legge di stabilità presentata dal suo governo, sostiene che sulla sicurezza è stato fatto un poker d’assi: strutturazione degli 80 euro, contratto, riordino e nuove assunzioni.
Pensare che proprio lui, che faceva parte dell’ex governo Berlusconi, critica i tagli dell’amministrazione di cui lui era ministro della giustizia e, in quanto tale, aveva la responsabilità della polizia penitenziaria.

I sindacati consortieri plaudono a questi grandi risultati.
Ma i numeri non tornano come per Trump e la Brexit.
Colleghi, tutti i giorni uscite per arrestare ladri, ma se non riuscite a comprendere questo vi farete rubare le caramelle dalla tasca.
Qui bisogna cominciare con grande serenità, ma determinazione, consequenzialità e coerenza, a osservare quello che accade attorno a voi e avrà ricadute su di voi. Ricadute che saranno pesanti e negative.
E allora, questo punto in più sul rapporto informativo, questa millanteria per un concorso o un trasferimento, per un servizio di ordine pubblico può sacrifcare il vostro futuro?

Possiamo continuare a farci abbagliare da una manciata di lenticchie e perdere il granaio?
Meditiamo tutti assieme partendo proprio da Trump, dalla Brexit e dal poker d’assi che, come ho scritto, ci sembra un due di bastoni con le carte da briscola.