«Siamo convinti che la sospensione di Schengen fosse inevitabile, ma siamo altrettanto convinti che per fare ciò era necessario venisse predisposto un dispositivo efficace che prevedesse un certo numero di uomini e una logistica che consentisse agli operatori di Polizia di poter svolgere il servizio in sicurezza e in modo dignitoso». Ad affermarlo è Olivo Comelli, Segretario Regionale SAP del Friuli-Venezia Giulia, precisando in una nota che il 14 novembre insieme ai Segretari Provinciali di Trieste, Lorenzo Tamaro, Udine, Nicola Tioni, Gorizia, Flavio Pino, con il vice Paolo Fiorelli, ha incontrato il Direttore della Quarta Zona Polizia di Frontiera Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige per discutere delle criticità emerse in questo periodo di sospensione.
«Fin dalla prima riunione svoltasi nella mattinata del 21 ottobre – ricorda Comelli – il SAP aveva messo in chiaro che il dispositivo, così come era stato allestito in pochissime ore, poteva essere tollerato, vista l’urgenza e l’emergenza messa in atto, per qualche giorno, ma che per l’eventuale proroga andava previsto un maggior numero di personale e soprattutto una logistica diversa, in considerazione dell’avanzare dell’inverno e della necessità di proteggere gli operatori di Polizia dalle rigide temperature della stagione e metterli in condizione di poter svolgere il servizio in maniera umana e sicura».
Dalla riunione di martedì scorso «è emerso invece che le unità abitative promesse saranno disponibili per la provincia di Udine solamente dopo il 29 novembre, mentre per la provincia di Gorizia sarà necessario attendere ulteriormente. Ancora peggio per la provincia di Trieste, dove i tempi non sono ancora definiti, ma di certo non saranno più brevi. Tutto questo per il SAP è inaccettabile!».
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