GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA: IL SAP DI SALERNO HA PARTECIPATO AL CONVEGNO DAL NOME “DONNE”

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA: IL SAP DI SALERNO HA PARTECIPATO AL CONVEGNO DAL NOME “DONNE”

Ogni anno, l’8 marzo, il Comune di Nocera Inferiore organizza un convegno dedicato alle donne. Quest’anno in occasione della Giornata Internazionale della Donna è intervenuto il nostro Consigliere Provinciale...
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Ogni anno, l’8 marzo, il Comune di Nocera Inferiore organizza un convegno dedicato alle donne. Quest’anno in occasione della Giornata Internazionale della Donna è intervenuto il nostro Consigliere Provinciale SAP Salerno, Annarita Bilotti. Il sindaco di Nocera Inferiore, venuto a conoscenza del pregresso lavorativo della collega, in quanto una delle donne poliziotto ad essere impiegata negli anni dei sequestri in Aspromonte al NAPS, ha voluto far raccontare la difficoltà di essere donna e poliziotto nel passato, soprattutto in un luogo come l’Aspromonte.
Si è messo così in evidenza le difficoltà che negli anni le donne hanno avuto prima di arrivare ai buoni risultati raggiunti oggi, anche se con traguardi ancora da migliorare. Con riferimento a 30 anni orsono, in cui le poliziotte mandate in Aspromonte non erano accettate o viste di buongrado, perché in divisa. Un semplice esempio era quello della richiesta dei documenti. Gli uomini fermati in Aspromonte si rifiutavano di dare le proprie generalità ad una donna figuriamoci ad una donna in divisa. Così come gli interrogatori o le domande, ma la forza e la testardaggine di Annarita e delle colleghe, che hanno vissuto a stretto contatto con “Mamma Coraggio” sono riuscite a portare dalla parte della giustizia donne ex mogli di ‘ndranghetisti, che hanno da loro imparato ad alzare lo sguardo e denunciare.
Una testimonianza importante che mette a nudo le difficoltà incontrate da donne e poliziotte come Anna Bilotta. “Queste donne – dice – quando andavamo a fare le perquisizioni o andavamo a fare ordine di cattura, i malviventi avevano l’abitudine di ordinare alle loro mogli e alle loro figlie di spostarsi in un’altra stanza”. Cosa che la collega ha iniziato a non permettere più, perché queste donne dovevano sapere chi erano i loro mariti e i loro figli, i loro padri.
E rivolgendosi alle ragazze delle scuole intervenute in sala ha lasciato un messaggio di speranza per il futuro, la strada è ancora lunga, ma insieme si può arrivare lontano.

 

 

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