GENOVA. DPI: INCONTRO CON IL PREFETTO

Il Sap ha incontrato il Prefetto di Genova in merito all’emergenza “Coronavirus” e ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per il personale della Polizia di Stato.

 


GENOVA. IL SAP RICORDA I POLIZIOTTI UCCISI A TRIESTE

“Ancora una volta dobbiamo piangere la morte di due nostri fratelli, Pierluigi e Matteo. Solo in questo mese contiamo due morti e decine di feriti, di cui uno a Genova e l’altro a Rapallo, nei giorni scorsi”. Lo denuncia il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) che oggi, alle 10.30 nell’atrio della Questura di Genova, ricorderà i due poliziotti uccisi davanti alla Questura di Trieste.


GIACOMO GRAGNANO SEGRETARIO PROVINCIALE SAP GENOVA

Si è svolto il congresso locale presso la Segreteria Provinciale Sap di Genova che ha riconfermato alla guida Giacomo Gragnano. Durante il congresso si è parlato di bodycam in dotazione alle forze di Polizia, con l’auspicio del segretario regionale Ligure, che queste diventino presto realtà operativa.


GENOVA, BODYCAM ALLE FORZE DELL’ORDINE: SERVE QUESTO IMPORTANTE STRUMENTO DI GARANZIA

I recenti fatti di cronaca sono una  prova ineludibile dell’importanza per gli operatori di polizia di disporre bodycam, strumenti di garanzia che possano cristallizzare gli interventi che vengono effettuati dai nostri agenti. Utili per le ricostruzione di come si siano svolti i fatti, le bodycam lasciano poco spazio alle interpretazioni o alle strumentalizzazioni. Ad affermarlo è il Segretario provinciale di Genova Salvatore Marino. Qualcuno in servizio alle volanti ha già acquistato a proprie spese queste piccole telecamere da applicare sulla divisa; il Ministero dell’Interno ha più volte espresso la volontà di dotare le forze dell’ordine di questo strumento. Per altre dotazioni, come quella dei proiettili di gomma, si potrebbe pervenire ad un processo di valutazione, sulla scorta di analoghe dotazioni della polizia americana. Tutto questo permetterebbe, tra le altre cose, di risparmiare i nostri colleghi dalle forche caudine della gogna mediatica, delle false denunce, della lungaggine dei processi e del doversi sobbarcare ingenti spese legali.


GENOVA. NIENTE TRASFERIMENTO AD ORTIZ DEL COMMISSARIATO CENTRO. IL SAP: “SIAMO CONSAPEVOLI DELLE DIFFICOLTA’”

Niente trasferimento ad Ortiz per il Commissariato Centro. Il Sap Genova: “Siamo consapevoli dei disagi che dovranno sopportare i colleghi per il trasferimento non vediamo altre soluzioni in locali di proprietà dell’amministrazione”.

PRIMOCANALE


Genova, Il SAP propone screening medici per i Poliziotti

Il Segretario Provinciale di Genova, Giacomo Gragnano, dopo la tragica scomparsa di Diego Turra, propone di sottoporre i Poliziotti a visite mediche periodiche per la verifica delle condizioni fisiche

Libero
Read more


“Turra obeso e cocainomane”: il Sap querela gli utenti Facebook che attaccano l'agente deceduto

“Abbiamo chiesto al Ministero dell’Interno e alla Procura della Repubblica di Roma, di Genova e di Imperia, di accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti di diversi commenti di alcuni utenti Facebook, in seguito alla morte di Diego Turra, poliziotto del Reparto Mobile di Genova deceduto per infarto durante una manifestazione a Ventimiglia lo scorso 6 agosto, siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti e procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili; con espressa riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale successivo procedimento penale”.
Così dichiara in una nota Gianni Tonelli, segretario Generale del Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia. “Benché l’atteggiamento della brava gente del nostro Paese, oltre 80% degli italiani, sia consapevole dell’importanza del ruolo delle Forze di Polizia all’interno di uno Stato democratico, l’atteggiamento di alcune ‘mele marce’ del Partito dell’Anti-polizia, che mirano ad alimentare l’odio sociale nei confronti dei professionisti della sicurezza, è inaccettabile” continua Tonelli.

Ad essere passibili di querela, secondo il Sap, sono due utenti Facebook che, in seguito alla morte dell’agente hanno scritto su Facebook, riferendosi alle Forze dell’Ordine: “…ed è proprio per quanto fate schifo in ogni vostra azione, fatta di manganellate e cariche gratuite, che proprio non me ne frega una beata minchia del vostro morto di ieri (peraltro era dentro la camionetta e non è colpa degli scontri evidentemente la pompa nun ha retto per come si eccitano a massacrare la gente le guardie). Siete i soliti macellai servi del potere”, ha scritto una donna. “ Quell’uomo è morto perché era un grassone cocainomane che non ha resistito alla fatica ed al sole”, ha scritto un altro.

La lettera al Ministero
Read more
Esposto alla Procura della Repubblica di Genova
Read more Esposto alla Procura della Repubblica di Imperia
Read more
Esposto alla Procura della Repubblica di Roma
Read more
Il post su facebook di Elio Genzo
Read more
il post su Facebook di Barbara Papa
Read more



Poliziotto morto Ventimiglia, Tonelli: cronaca di una morte annunciata, agenti troppo anziani


Non si può morire a 53 anni per colpa di chi non è in grado di arginare la violenza di un gruppo di irresponsabili che ostacola quotidianamente il lavoro delle Forze dell’Ordine alimentando tensioni e scontri e facendone una vera e propria bandiera ideologica”
.
Così in una nota Gianni Tonelli, segretario Generale del Sap, Sindacato di Polizia, commenta la morte di Diego Turra, Sovrintendente del VI Reparto Mobile di Genova morto di infarto ieri sera nel corso di una carica di ritorno a Ventimiglia, durante una protesta dei migranti.

Quella di ieri è la cronaca di una morte annunciata dopo gli ennesimi scontri e l’ennesimo giorno di riposo settimanale negato: gli agenti, costretti anche a 10 ore di straordinario al giorno, sono totalmente debilitati!”
continua. ”
Quello che diciamo da mesi, purtroppo, sta diventando realtà. Questo, infatti, è il risultato delle politiche disumane del governo, che sta lesinando sulla sicurezza interna seguendo i diktat della spending review, senza preoccuparsi di mettere a rischio gli agenti. Il turnover fermo al 55% e le carenze di organico nelle Forze di polizia (45mila, di cui 17mila solo nella Polizia di stato) fanno sì che i poliziotti, sempre più anziani, siano chiamati a svolgere attività sempre più dure, con turnazioni massacranti, per ore e ore sotto il sole cocente e senza la minima tutela. A questo si aggiunge il fatto che ogni giorno 2 o 3mila agenti vengono distolti dal controllo del territorio per organizzare tutte le questioni inerenti la gestione dei migranti. Ecco perché da mesi sosteniamo che a Ventimiglia, così pure come in altre zone sensibili in tutta Italia, siano necessarie più risorse per affrontare questa situazione ormai totalmente fuori controllo. Le nostre richieste sono rimaste lettera morta: il Ministero non ci ha ascoltato e le Forze di Polizia si trovano nell’incapacità di gestire una situazione di grave emergenza, diventando così il capro espiatorio di una moltitudine di ragazzotti dei centri sociali, finti-ribelli, che aizzano i migranti al solo scopo di provocare disordini. Il sistema dovrebbe essere in grado di evitare queste commistioni pericolose con determinazione e severità: il problema deve essere affrontato con risolutezza”
continua Tonelli che invoca, tra l’altro, una ”
immediata attività di prevenzione clinico-sanitaria per gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine sottoposti a servizi emotivamente impattanti, stressanti e a rischio per la propria vita”
. ”
Quanti altri agenti dovranno morire prima che il governo decida di intervenire concretamente? Se l’esecutivo vuole portare avanti le politiche scellerate delle ‘porte aperte’ in fatto di immigrazione, deve al contempo stanziare i fondi necessari per la gestione dei migranti, dei profughi e dei clandestini, anche a costo di mettere in atto scelte impopolari al solo fine di proteggere i ‘suoi’ uomini. Perché non è la prima volta che accade un episodio di questo tipo: lo scorso anno sono stati oltre 6mila gli agenti finiti in ospedale per ‘cause di servizio’, ma nessuno ne parla. Non chiediamo gloria, ma solo dignità, rispetto e tutela per il nostro lavoro. Auspichiamo una corposa partecipazione istituzionale ai funerali del nostro collega sperando che, almeno in questa occasione, le Alte Cariche dello Stato si rendano conto delle aberrazioni che gli agenti sono costretti a sopportare e agiscano una volta per tutte per porre fine a questa emergenza”
conclude.


Reato di tortura: Tonelli su Il Giornale

L’Europa sanziona l’Italia per i fatti del G8 di Genova del2001 e subito e ritorna di moda l’idea di una legge sul reato di tortura.
Peccato che Strasburgo non abbia tenuto conto dei dati che parlano chiaro: poliziotti, carabinieri, agenti della Guardia di Finanza, guardie carcerarie uccisi nel corso degli ultimi anni sono molti di più dei malviventi (o comunque dei civili) deceduti per mano degli agenti. Il rapporto è di 2 a 1.
Tanto per fare due calcoli, secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, i dipendenti della Polizia di Stato caduti in servizio nell’anno 2016 (al 27 luglio) sono due, mentre i militari dell’Arma dei carabinieri deceduti in servizio nell’arco dello stesso periodo sono cinque, di cui due uccisi.
Il dato così non direbbe nulla se preso separatamente da quello complessivo.

Tanto per farvi capire, i caduti della Polizia dal gennaio 2000 a oggi, secondo quanto riportato sul sito www.cadutipolizia.it sono 121, dei quali 20 uccisi.
Gli altri sono comunque morti in orario di servizio, vuoi per incidenti durante un inseguimento, vuoi per cause simili. I morti dell’Arma dei carabinieri dal 2006 a oggi sono invece 24, di cui 13 uccisi e nel dato sono compresi anche quelli deceduti nel corso di missioni di pace all’estero, per mano del terrorismo internazionale.

Solo per ricordare qualche nome si parte dal vice brigadiere Mario Viola, morto il 5 gennaio 2000 per mano di due banditi in fuga, per proseguire con Emanuele Petri, finito da due esponenti delle Brigate Rosse sul regionale Roma- Firenze per arrivare fino all’ispettore capo Filippo Raciti, ferito a morte da un grosso oggetto lanciato da un tifoso il 2 febbraio 2007 fuori dallo stadio di Catania.
Ma si ricordano anche, tra i carabinieri, tanto per fare qualche esempio, la morte del maresciallo capo Silvio Mirarchi nel giugno 2016 a Marsala o di Antonio Santarelli, picchiato il 25 aprile 2011 da quattro ragazzi appena usciti da un rave party vicino a Pitigliano, in Toscana e ancora, a gennaio scorso, il maresciallo Antonio Taibi, a cui un giovane ha sparato mentre si trovava sulla porta della sua abitazione.

Nell’arco di dieci anni troviamo invece 16 persone uccise per mano di rappresentanti delle forze dell’ordine.
E questo anche includendo il caso di Federico Aldrovandi, ferito a morte nel settembre 2005 a Ferrara, e quello ancora controverso di Stefano Cucchi, morto in circostanze ancora da chiarire nell’ottobre 2009 all’ospedale Pertini di Roma. Ma ci sono anche il caso Uva (per cui, però, furono assolti i presunti responsabili) o quello ormai noto di Carlo Giuliani.

«Pensate – spiega il segretario delSAP (sindacato autonomo di polizia) Gianni Tonelli, che da sempre si batte contro il reato di tortura – che ci sono circa seimila poliziotti feriti solo nel corso dell’ultimo anno. Qui c’è un gioco, dei radical chic, che è quello della caccia all’esponente delle forze dell’ordine e che trova appoggio nei salotti di una certa politica, ma è una vergogna, perché in questo modo si va a colpire solo la sicurezza dei cittadini».
Sulla stessa linea Lia Staropoli,presidente dell’associazione ConDivisa,da sempre impegnata nella promozione della legalità: «Con questa fattispecie si prospettano scenari inquietanti.

Forse – conclude – si vorrebbe delegare ai cittadini l’onere di intervenire per fermare latitanti o squilibrati armati di machete?».

Il Giornale del 6 agosto 2016
Read more