UNA LETTERA RICEVUTA DAL SAP…

Pubblichiamo di seguito una lettera arrivata stamani in segreteria. Non vogliamo affatto fare gli immodesti, ma ci permettiamo – con il consenso dell’autore – di pubblicarla affinché non si possa più dire che “ce la cantiamo e ce la suoniamo da soli” (come ci accusa di fare la Consorteria) e che le nostre battaglie sono sempre state e sempre saranno per i colleghi, e non per gli interessi di bottega.

Caro Gianni,

non sono iscritto al Sap, né ad alcun altro sindacato di Polizia. Non tanto perché non credo nelle vostre battaglie, quanto perché ho sempre reputato che il potere logora chi lo detiene e alcuni segretari generali, con le loro dichiarazioni e le loro pseudo-battaglie, mi hanno sempre fatto rimanere fermo sulle mie posizioni.

Navigando sul web mi sono imbattuto in un video del ministro Alfano che ha partecipato (probabilmente essendo stato invitato!) al Congresso di un sindacato di Polizia. Ebbene: sono rimasto sconvolto. Non tanto per le parole del Ministro che a suon di proclami sbandierava gli “ottimi risultati raggiunti dal governo e i milioni di euro di fondi stanziati per il comparto sicurezza” (quali??); bensì per i nostri colleghi (sindacalisti, è bene sottolinearlo) che applaudivano compiaciuti. Ora: che Alfano faccia di tutto per tirare acqua al proprio mulino ci sta, ma che alcuni sindacati considerino raggiunti i falsi-risultati sciorinati dal ministro no, proprio non ci sto. Sono andato a dormire, quella sera, continuando a credere di aver ragione: i biechi obiettivi di alcuni, probabilmente per raggiungere poltrone importanti, sono duri a morire e probabilmente non moriranno mai.

Pochi giorni fa ero a casa, facendo zapping in tv ti ho visto ospite a La7 insieme a Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. Ho ascoltato il dibattito e non ho potuto fare a meno di notare che sei stato messo nell’angolo da tre persone – la Cucchi, la conduttrice, l’avvocato della famiglia della vittima – e nonostante tutto ti ho visto imperterrito difendere i colleghi, contro tutte le accuse infamanti che ci sono state rivolte. Non ti ho visto vacillare neanche per un attimo di fronte a chi, nascondendo la verità, cercava di coglierti in fallo. E lì, per la prima volta, ho sentito nelle tue parole l’entusiasmo e la verve di un combattente nato che mette al primo posto le esigenze di tutte le donne e di tutti gli uomini in divisa. E, soprattutto, che ci mette la faccia davanti a milioni di telespettatori.

Caro Gianni, non a caso, in tutta questa la lettera ti volutamente dato del “tu” pur non avendoti mai conosciuto personalmente. E l’ho fatto per un unico motivo: ti considero davvero uno di noi.

VINCENZO DI CIOCCIO

ALFANO AL CONGRESSO SIAP

CONFRONTO TONELLI / CUCCHI A LA7

FIACCOLATA “UNA LUCE PER LA SICUREZZA”