Squadra nautica della Polizia di Stato: si va verso la chiusura

La prevista soppressione delle Squadre Nautiche è stata discussa nella riunione convocata ieri pomeriggio dal direttore delle Relazioni Sindacali Ricciardi unitamente al direttore centrale delle Specialità Sgalla, al direttore dei Reparti Speciali Sanna, a quello del Servizio Navale Mazzini e a quello per le Risorse Umane Pagano.

Il SAP era presente col Segretario Nazionale Dressadore e con Castellano Gennaro, nostro esperto del settore. Il direttore Sgalla ha illustrato lo stato dell’iter di approvazione dei decreti attuativi della nota legge Madia, quella che prevede appunto la chiusura dei servizi navali in Polizia. Non vi è ancora certezza assoluta del se, di come e di quando si arriverà al provvedimento di chiusura ma vi è, sempre secondo le dichiarazioni offerte nell’incontro, la pianificazione dell’assorbimento di tutto il personale interessato alla chiusura nei rispettivi Uffici Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico (U.P.G.S.P.), riconvertendo la specialità di mare semplicemente nell’abilitazione alla conduzione delle moto d’acqua. Dalla mannaia si salvano solo le strutture che operano in acque interne (laguna, laghi e fiumi).

Oltre alla dichiarata contrarietà alla scelta dettata dalla legge Madia, il SAP ha espresso un’altrettanto netto disappunto a riguardo dell’arrendevolezza mostrata dal Dipartimento davanti ad una riforma che costituisce un vero e proprio arretramento della Polizia nel suo complesso. Anzi, un harakiri se si considera la criticabile posizione di quei Questori che nulla hanno fatto per mantenere il personale di mare o che addirittura hanno benedetto la soppressione delle squadre!

Questo progetto di riciclo nel controllo del territorio è peraltro pieno di falle e contraddizioni, a partire dalla non semplice gestione delle moto d’acqua senza i gommoni d’appoggio, all’approvvigionamento del vestiario (ad oggi ci sono solo gli ordinativi di spesa per 43 mute da destinare agli specializzandi), alla necessaria revisione della circolare sui servizi specifici, alla collocazione degli acquascooteristi patentati (solo negli U.P.G.S.P. o anche in altri uffici o reparti?), fino alla riallocazione del personale che non è interessato al nuovo tipo di impiego. Davanti alle tante critiche offerte dai rappresentanti del personale, i dirigenti presenti al tavolo si sono detti disponibili a riportare ai vertici le richieste per il mantenimento delle imbarcazioni nelle realtà in cui sono evidentemente necessarie e per la riassegnazione alle Squadre Nautiche del personale vincitore del Concorsone. Poca cosa per un importante settore che parrebbe invece destinato ad una progressiva contrazione e a un futuro tutt’altro che roseo.

Le questioni fondamentali restano sostanzialmente tre e, guarda caso, su tutte l’Amministrazione non offre garanzia di sorta! Innanzitutto vi è il conclamato depauperamento del grosso patrimonio professionale in possesso dei colleghi “riciclati”. Poi vi è la perdita di operatività su acqua per l’espletamento delle attività di polizia giudiziaria, di mantenimento dell’ordine pubblico e del controllo del territorio: inutile arrampicarsi sugli specchi per tentare di negare l’incontestabile assioma che con meno mezzi vi è meno efficienza! Esattamente il contrario di ciò che il SAP propone da tempo, ossia la razionalizzazione degli apparati logistici e di supporto. Per ultimo va stigmatizzato il più incredibile dei risvolti di questa tragicommedia: da oggi in poi, secondo questa virtuosa innovazione, ogni volta che la Polizia deve muoversi sul mare deve “chiedere un passaggio” alla Guardia di Finanza! Immaginiamo cosa saranno le indagini, gli appostamenti, i blitz e ogni altra operazione realizzati in questo modo. Anzi, non riusciamo ad immaginare chi possa aver suggerito al Governo e al Dipartimento una tale bestialità.