Sicurezza e Contratto, mancano 9.000 Agenti

Lunga intervista al Segretario Generale del Sap, Filippo Saltamartini, sul quotidiano La Padania

LA PADANIA – 5 GIUGNO 2007            

          La sicurezza è sull’orlo del baratro          

            Mancano all’appello 9mila agenti

Non ci sono soldi per il gasolio dell’autopompa dei vigili del fuoco? I vigili del fuoco non paghino gli affitti. Così si è espresso il ministro dell’Interno Giuliano Amato. Parole, queste, che denotano – spiega il segretario generale del Sap, il Sindacato autonomo di polizia, Filippo Saltamartini – «il profondo stato di coma della sicurezza nel nostro Paese».
Il Governo guidato da Romano Prodi ha mandato in malora la sicurezza: «Negli ultimi 4 anni – ha spiegato mercoledì scorso Amato in audizione alla Camera – il ministero ha avuto un accrescimento del carico funzionale, ma ha perso un miliardo di euro di fondi e il suo bilancio è passato dai 25,5 miliardi del 2004 ai 24,4 del 2007». Tutto merito del Governo Prodi: «Questi dati – rimarca Saltamartini – sono stati imposti dalla legge finanziaria approvata la scorso dicembre. Sono tagli assolutamente incongruenti perché colpiscono alla cieca e non, viceversa, lo sperpero della spesa pubblica».
Difficile non dare ragione a Saltamartini: «Tagliare sulla polizia e i vigili del fuoco significa tagliare sulle attività di un settore vitale come quello della sicurezza. Questi tagli porteranno la sicurezza alla paralisi. Un Paese serio non può tagliare un euro né alla sanità, né alla sicurezza, né alla scuola: ci hanno tolto l’aria che respiriamo per poter redistribuire, non si capisce a chi, il cosiddetto “tesoretto”». Il Governo Berlusconi, in 5 anni, aveva investito per il trattamento del personale della sicurezza 1,7 miliardi in più rispetto a quello che è stato investito dal Governo Prodi. Le basi di uno Stato avanzato e civile sono quelle che presuppongono che le risorse siano affidate prioritariamente alle funzioni strategiche: se non lo sono la difesa dalla criminalità, che senso ha affermare i principî di libertà?».
Il personale delle forze di polizia (siano esse a ordinamento civile come la polizia di stato e la polizia penitenziaria o a ordinamento militare come i carabinieri e la guardia di finanza) e le forze armate (esercito, marina e aeronautica) è stato equiparato a quello del pubblico impiego: il rinnovo del contratto è fatto sulla base del tasso di inflazione programmata, ma – precisa il Sap – «noi non siamo dipendenti pubblici che chiudiamo gli uffici a “mezzogiorno”. Lavorando 24 ore su 24, l’apparato della sicurezza svolge prestazioni atipiche».
«Applicando il criterio del pubblico impiego, sono state lasciate scoperte le retribuzioni per le prestazioni particolari come sono i notturni, i festivi e i servizi all’estero. Il ministero non solo ha tagliato queste risorse, prevedendo un aumento contrattuale di 5 euro al mese, ma ha tagliato anche le risorse per il funzionamento dell’apparato, dalla benzina alla manutenzione delle vetture».
La situazione è incandescente perché – oltre a tagliare alla cieca – la Finanziaria ha previsto l’abolizione, entro dicembre, di tutte le direzioni interregionali: «La Finanziaria ha indicato la chiusura del 10 per cento degli uffici. Sono state chiuse 7 scuole di polizia su 10. Altri tagli sono previsti nei prossimi mesi. In un Paese dove ci sono forme di criminalità organizzata piuttosto pericolose e in cui si riaffaccia il conflitto sociale, non era opportuno incidere sul bilancio del ministero degli Interni».
Sono cifre preoccupanti quelle relative ai tagli: nel 2006 il Viminale si è visto sfilare dalla Finanziaria 217 milioni. Salasso anche per il fondo di solidarietà delle vittime (177,4 milioni in meno), per il dipartimento di pubblica sicurezza (25 milioni) e per quello dei vigili del fuoco (11,8 milioni). «Tagliare così pesantemente – fa notare Saltamartini – significa mettere gravemente a rischio il sistema. Immaginiamo cosa possa accadere se, a breve giro, non stanzieranno i soldi per la benzina: vorrà dire che andremo a piedi a fare i servizi».
Ulteriore schiaffo alle forze di polizia e alle forze armate è stata la firma dell’accordo per l’utilizzazione delle risorse previste dal fondo di efficienza per l’anno 2006, siglato pochi giorni fa: «Si tratta di pochi spiccioli – commenta Saltamartini – pari a 4-5 euro al mese redistribuiti attraverso un fondo del Viminale. Sono soldi, tuttavia, che rientrano nel tasso di inflazione programmato: sono soldi, in sostanza, dei lavoratori».
Il Sap punta il dito contro gli sprechi: «Perché non si taglia sulle auto blu? Perché i parlamentari non viaggiano con auto private visto che percepiscono laute retribuzioni?». Il guaio è che «non c’è una classe dirigente. Serve, ad esempio, il federalismo fiscale secondo cui ciascuno riscuote le risorse e ne risponde ai cittadini. Noi non abbiamo i soldi per comprare le autovetture, ma gli enti locali, soprattutto le regioni, continuano a comprare migliaia di auto blu per i loro funzionari e assessori».
Rimpiangono il Governo del centrodestra le forze di polizia e le forze armate: «La Cdl aveva previsto, per noi, un trattamento diverso da quello dei dipendenti pubblici. Tutto questo era stato motivato con il fatto che ci occupiamo dell’ordine e della sicurezza pubblici. Con il nuovo Governo di sinistra le forze di polizia e le forze armate sotto la rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil. L’accordo sindacale per il quadriennio 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007 lo faremo ancora noi ma su input economici contrattati dalle confederazioni. La nostra autonomia è, oggi, virtuale».
Diversi, per Saltamartini, i passi immediati da compiere: oltre al rinnovo dell’accordo sindacale, un piano pluriennale di spesa e del personale delle forze di polizia e armate. «Che senso ha – spiega – pagare gli affitti dei commissariati di pubblica sicurezza? Com’è mai possibile mandare in pensione 10 mila persone assumerne solo mille? Servono piani triennali di investimento pubblico e di razionalizzazione delle risorse. Così non si può andare avanti».

Filippo Poletti