Dieci agenti sono indagati per gli scontri avvenuti lo scorso febbraio a Pisa nel corso di una manifestazione studentesca pro Palestina. “A Pisa – ha spiegato il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni, intervistato da EU24 NEWS – i colleghi hanno dovuto ricorrere all’uso della forza per far rispettare le prescrizioni previste dal Comitato di Ordine e sicurezza pubblica in occasione delle manifestazioni. Il cordone non poteva essere superato e per fare il loro dovere i colleghi hanno messo a rischio la loro incolumità fisica rischiando di restare schiacciati dai manifestanti e subendo lancio di oggetti contundenti, calci e pugni. Anche noi abbiamo diritto di tornare a casa dalle nostre famiglie sani”. Per Paoloni “è vergognoso che per cercare di fare il nostro dovere finiamo sul banco degli imputati. Servono adeguati protocolli operativi tra i quali deve essere prevista una fascia di rispetto di almeno due metri tra gli operatori delle forze dell’ordine e i manifestanti sotto la quale venendo meno i requisiti di sicurezza sia previsto l’uso della forza”.
Da parte sua, il Segretario Provinciale del SAP di Firenze, Massimo Bartoccini, ha affermato: “Ancora una volta ci ritroviamo sul banco degli imputati semplicemente per aver fatto il nostro lavoro. I manifestanti, in quell’occasione, non hanno esitato più volte a sfondare il cordone di sicurezza, obbligando le forze dell’ordine ad agire per tutelare la sicurezza pubblica e della loro incolumità. Siamo dispiaciuti di essere messi sullo stesso piano di chi scende in piazza con l’unico obiettivo di scontrarsi con la polizia, che viene costantemente presa come bersaglio e interlocutore, quando invece il nostro ruolo è solo quello di garantire ordine e sicurezza”.
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