Richiedenti asilo, Maroni accoglie le nostre richieste

Richiedenti asilo, Maroni accoglie le nostre richieste

Si avvia a soluzione, dopo l&#39intervento del SAP, la problematica dei clandestini i quali, dichiarandosi “rifugiati”, hanno trovato fino ad oggi un escamotage per aggirare la legge. Il SAP...
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Si avvia a soluzione, dopo l&#39intervento del SAP, la problematica dei clandestini i quali, dichiarandosi “rifugiati”, hanno trovato fino ad oggi un escamotage per aggirare la legge. Il SAP aveva sollecitato un intervento del Governo con una forte denuncia sul quotidiano LIBERO (che riportiamo nel link sottostante).

Il ministro dell&#39Interno Roberto Maroni, infatti, presentera&#39 al Consiglio dei ministri di martedi&#39 prossimo un decreto legge per la costruzione immediata di dieci nuovi Centri di identificazione ed espulsione e di due o tre centri per ospitare in strutture chiuse i clandestini che richiedono asilo e che attualmente sono liberi di muoversi in attesa che la loro pratica venga esaminata. Lo si apprende, ufficialmente, dall&#39agenzia stampa Ansa.

“La costruzione dei nuovi centri, uno per regione – ha detto Maroni – era prevista nel disegno di legge approvato a maggio e in esame ora al Senato. Ma l&#39aggravarsi dell&#39emergenza nazionale impone di accelerare la scelta”.

“Per quanto riguarda i richiedenti asilo – ha aggiunto Maroni – l&#39anno scorso su 14.000 domande, ne sono state accolte 8.000, divise tra profughi politici e persone inabili a tornare nel loro paese. I richiedenti oggi sono ospiti di centri speciali e sono liberi di muoversi. Noi prevediamo che invece vi restino chiusi in attesa del provvedimento della commissione. Se il provvedimento e&#39 negativo, attualmente i clandestini presentano ricorso al Tar e restano liberi in Italia in attesa che venga esaminato. Noi invece prevediamo che si proceda alla loro immediata espulsione, a meno che il prefetto non ritenga il ricorso fondato e ordini che i richiedenti restino nel centro, chiuso e controllato, ad aspettare l&#39esito del ricorso”.

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