Pensioni, un disegno di legge che ci penalizza

Il SAP e&#39 consapevole che la tutela dei diritti del personale rappresenta una battaglia da portare avanti giorno dopo giorno.
Anche perche&#39 le trappole sono sempre in agguato.
Siamo infatti venuti a conoscenza che presto la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati avviera&#39 la discussione della proposta di legge (atto Camera n. 1299) avente ad oggetto:
“Delega al Governo per il completamento della riforma del sistema previdenziale mediante la revisione dei requisiti e del metodo di calcolo dei trattamenti di pensione, il riordino degli enti pubblici previdenziali e lo sviluppo delle forme pensionistiche complementari”.
Una iniziativa avente come primo firmatario Giuliano Cazzola, ex sindacalista della Cgil, ora parlamentare del centro-destra, editorialista del Sole 24 Ore e convinto sostenitore di tesi ultra liberiste.
Con lui – lo scriviamo a futura memoria – hanno cofirmato i parlamentari Lorenzin, Lo Presti, Bergamini, Bernini Bovicelli, Caldoro, Della Vedova, Di Biagio, Foti (Antonino), Mazzuca, Mottola, Pelino, Raisi, Santelli, Stracquadanio, Versace, Vignali e Zamparutti.
La loro proposta e&#39 semplice e devastante al tempo stesso, per tutto il pubblico impiego e quindi anche per noi (almeno finche&#39 non sara&#39 approvata la legge sulla specificita&#39!).
All&#39articolo 1 si legge: “Il Governo e&#39 delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu&#39 decreti legislativi contenenti norme intese a completare il riordino del sistema previdenziale, secondo i seguenti principi e criteri direttivi” e al comma d) dello stesso articolo si propone: “applicazione pro rata, con decorrenza dal primo gennaio 2009, del calcolo contributivo ai lavoratori iscritti all&#39assicurazione generale obbligatoria, ai regimi esclusivi ed esonerativi, dipendenti e autonomi, anche se in possesso di un&#39anzianita&#39 assicurativa e contributiva pari o superiore ai diciotto anni al 31 dicembre 1995”.
In sostanza, tutti in pensione col sistema contributivo, senza piu&#39 le garanzie (parziali, ma pur sempre importanti) della legge Dini e soprattutto senza aver mai fatto partire la previdenza complementare.
Praticamente, se non si interviene immediatamente per far bloccare questo disegno di legge, il personale che andra&#39 in pensione dal prossimo primo gennaio (2009) rischia pesanti decurtazioni stipendiali.
Un provvedimento che non passera&#39: faremo le barricate, cari colleghi, e lo faremo proprio in Commissione Lavoro alla Camera, dove siede l&#39on. Giovanni Paladini, gia&#39 segretario generale aggiunto del SAP. E lotteremo in ogni modo per impedire questo scempio, ringraziando di cuore quei parlamentari del centrodestra che intendono farci questo bel regalo…