LA SCURE INCOMBE ANCORA SUL SERVIZIO PISTE

Il Prefetto Dispenza, direttore degli Affari Generali, ha riunito i rappresentanti del personale per confrontarsi sulla circolare che regola il dispositivo dei servizi di sicurezza e soccorso in montagna per l’imminente stagione sciistica.
Parlare di confronto è sicuramente eufemistico vista la granitica irremovibilità della posizione dipartimentale circa la conferma del ridotto impegno nella vigilanza delle piste innevate.
Tutti i criteri oggettivi analizzati e i tanti elementi inoppugnabili posti sul piatto indicano che la soglia dei 200 elementi totali, calcolata per difetto, non è contestabile.
La pretesa dei vertici ministeriali di dare priorità ad altre più importanti mansioni di prevenzione e repressione dei reati è contraddetta da innumerevoli esempi: quanti sono i servizi svolti sul territorio la cui effettiva importanza è discutibile?
Paventare la ricaduta negativa sul controllo del territorio per non concedere una ventina di poliziotti in più è ridicolo.
Il SAP, oltre a ribadire le lacune già più volte sottolineate negli anni scorsi – contingenti sottodimensionati o di soli due elementi, veti arbitrari della Stradale, ritardi nella presentazione del piano e del bando per le domande, ecc… – ha scoperchiato l’applicazione del solito furbo metodo del “disseccamento della fonte”: quest’anno infatti sono state sospese le selezioni di nuovi specialisti iniziando quindi il medesimo processo che determinato l’eliminazione di vari presidi di Polizia.
Infatti, fra pochi anni si andrà a ridurre il servizio piste per mancanza di operatori abilitati così come si è chiuso vari distaccamenti dopo averne ridotto l’organico a poche unità.
Semplice.
Anche in questa vicenda, a dir poco paradossale, cala perciò la mannaia del taglio, deferente omaggio alle logiche di risparmio che stanno mettendo letteralmente in ginocchio la Polizia.
Di fronte alle fondate argomentazioni esposte il Pref. Dispenza, pur non potendo fornire garanzie, ha comunque dichiarato di volersi impegnare per recuperare qualche ulteriore risorsa, magari irrobustendo i contingenti di sole due unità, e migliorare il decreto che lo regolamenta. Attendiamo di constatare se la sua buona volontà e la logica del buon senso prevarranno o se invece vicerà la tendenza alla smobilitazione.