Incontro con il nuovo Capo della Polizia

Da oggi è iniziato formalmente il rapporto con il nuovo Capo della Polizia e le organizzazioni sindacali.

Nella sua introduzione il prefetto Gabrielli non ha negato le gravi ed evidenti difficoltà in cui versa la Polizia e con grande senso di responsabilità ha manifestato la volontà di non volersi sottrarre ad un confronto su tutte le questioni che hanno fatto “sempre più perdere terreno” ai nostri colori.

Fondamentale, alla luce delle vicende che hanno portato alla sciopero della fame dei poliziotti e al CAMMINO, è anche l’intenzione di voler riprendere un leale e serio confronto con chi rappresenta il personale in ”
un rapporto franco e volto a risolvere i problemi”
riconoscendo a questi non il ruolo di interlocutore passivo bensì di protagonista.

Non secondaria è stata la sottolineatura effettuata dal Prefetto Gabrielli con la quale è stata evidenziata la possibilità, da parte sua, di porter accingersi a questa opera di “riassetto della Polizia “ con le mani libere. Il periodo di nove anni trascorso fuori dell’Amministrazione lo ha preservato da inquinamenti di corpubDate o consociativi.

In questo primo incontro interlocutorio il nuovo Capo ha voluto sottolineare alcune priorità tra le quali le gravi carenze organiche e gli sbilanciamenti tra le varie qualifiche che oggi non consentono un funzionamento organico di tutto l’apparato. In proposito centrali sono state le riflessioni sul riordino delle carriere attualmente in fase di discussione.

Tornando alla questione delle carenze organiche ed in particolare a quella di 23.000 Ufficiali di PG Gabrielli ha manifestato l’intenzione di non voler far perdere la sede ai vincitori dei concorsi attualmente in essere in quanto ciò determinerebbe una profonda ingiustizia alla luce del fatto che le carenze organiche sono responsabilità immediata e diretta dell’Amministrazione che, contrariamente ad altre forze di polizia, ha creato questo scompenso funzionale.

L’introduzione del Prefetto Gabrielli ci ha fortemente gratificato, perché contrariamente alla maggioranza delle altre sigle, che nella precedente gestione sono state acquiescenti e totalmente negazioniste relativamente ai problemi che tutti i giorni demotivano e mettono in difficoltà i poliziotti, il SAP ha avuto la forza, il coraggio e la determinazione di denunciare pubblicamente la situazione di forte debilitazione dell’apparato della sicurezza e contestare una gestione carrierista e non certamente proiettata all’interesse della collettività.

Da circa quindici anni, ossia dal G8 di Genova, la Polizia è stata spinta da venti avversi, nella totale inerzia interna, verso una deriva di debilitazione, perdita di mezzi, di risorse, di ruolo e credibilità.

Per rimediare ai danni di questa situazione occorre uno sforzo straordinario e abbiamo pregato il Prefetto Gabrielli di non ragionare come chi lo ha preceduto ma con la ”
forma mentis”
dello statista, ossia di colui che non gestisce per godere dei benefici della propria opera ma nell’interesse delle generazioni future.

Non basterà una gestione per risollevare la nostra Polizia e riportarla ai livelli ottimali riaffidandole il ruolo di centralità nel mondo della sicurezza come previsto dalla 121/81.
Per questo è necessario guardare oltre ed è vitale che il nuovo Capo della Polizia sia ben consapevole della necessità di una vera e propria rivoluzione materiale, di mentalità e anche morale. Se per raggiungere questa ambiziosa metà sarà necessario sfidare e scontrarsi con l’attuale sistema reazionario e consortiero interno fondato su carrierismo individualismo e consociativismo ben venga tutto ciò.

I poliziotti tutti i giorni, per una manciata di lenticchie, si sacrificano su strada per servire questo Paese è sapranno stare dalla parte di chi è seriamente e intenzionato ad estirpare i mali interni alla Polizia ed eliminare le infinite cause di demotivazione, scoramento e disaffezione.

Servono però fatti concreti … e tanti.