Editoriale #26: Un altro monito da Istanbul

Non sono bastati i fatti di Parigi, né quelli del Belgio e, statene certi, non serviranno neppure quelli all’aeroporto di Istanbul l’altro giorno, martedì 28 giugno, quando un gruppo dell’Isis ha fatto una strage.

La dittatura dei ragionieri di Stato fiancheggiata da una cronica ed inescusabile miopia della classe dirigente del nostro paese ho, con lo strumento dei tagli lineari, debilitato fortemente l’apparato della sicurezza che oggi deve affrontare una guerra conclamata.

È una guerra non convenzionale, ma, come tale rimane uno scontro duro sanguinario in cui non verranno perdonate debolezze e disattenzioni.
Purtroppo le ragioni della nostra massiccia denuncia pubblica che hanno portato al mio sciopero della fame di 61 giorni sono tuttora attuali, concrete, oggettive, inconfutabili e incontrovertibili.

Mancano 45.000 uomini nelle forze dell’ordine di cui 17.000 nella Polizia di Stato, la formazione da 30 anni a questa parte è sempre più in regressione gli equipaggiamenti vecchi e inidonei, giubbetti scaduti o inefficaci, ci dobbiamo comprare le divise, pulire gli uffici e fare la questua per la cancelleria lesinando a banche, fondazioni, imprese o amici qualche spillatrice, penne o carta.

Questo Governo avrà compreso finalmente che non si può fare sicurezza solamente con la propaganda?
Avrà compreso che occorre riappropriarsi del primato di responsabilità e non gestire la sicurezza alla stregua di qualsiasi altro settore pubblico?
Questa guerra viene combattuta dall’intelligence e dagli apparati della sicurezza ma quanti Poliziotti, Carabinieri, o Finanzieri sono addestrati ad impattare con un commando come quello di Istanbul?
Quanti sono equipaggiati in maniera adeguata?
I 13.000 giubbetti antiproiettile comprati e attualmente in distribuzione alla Polizia di Stato non servono a nulla e, le pallottole dei kalashnikov dei tagliagole li attraversano come il burro oltre a dire che, nessuno di noi ha mai sparato su un bersaglio in movimento.
La sicurezza degli italiani oggi è fortemente a rischio a causa delle infauste scelte operate dagli ultimi governi che hanno invecchiato le forze dell’ordine decapitato gli organici e le risorse portando al collasso il sistema.

Qualcuno ai piani alti avrà capito la lezione?

Lo verificheremo nella prossima Legge di stabilità.
Non nutriamo grandissime speranze e per questo ci prepariamo ad un autunno di denuncia. L’opinione pubblica deve sapere per giudicare e, statene certi il Sindacato Autonomo di Polizia farà di tutto perché sappia.