E 18 MESI IN CIE
(ANSA) – ROMA, 25 SET – Non piacciono al Sap (Sindacato autonomo di polizia) l'introduzione del reato di clandestinita' e l'aumento fino a 18 mesi del tempo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie).
Lo ha detto il segretario generale del sindacato, Nicola Tanzi, nel corso di una audizione informale alle commissioni Giustizia ed Affari Costituzionali del Senato, che stanno esaminando il disegno di legge sulla sicurezza contenente le due norme.
'Noi – ha premesso Tanzi – condividiamo le linee generali del provvedimento, ma c'e' grossa preoccupazione per l'operativita' degli articoli 9 (reato di clandestinita') e 18 (18 mesi nei Cie). Il primo, prevedendo l'arresto obbligatorio in flagranza ed il processo per direttissima, implica che gli stranieri vadano presi e accompagnati non in carcere ma presso le strutture di polizia e tenuti in custodia fino al giorno dopo quando ci sara' il processo. Cio' – ha evidenziato – comporta che le pattuglie dovranno abbandonare il territorio per sorvegliare i fermati: ci sara' quindi meno sicurezza'.Inoltre, aggiunge, 'la norma aggravera' il sovraffollamento delle carceri e determinera' un aumento esponenziale dei processi'.
'Ancora piu' grave – ha proseguito il segretario del Sap – l'articolo che allunga i tempi di detenzione nei Cie. In queste strutture – ha ricordato – ci sono gia' tanti problemi, con frequenti rivolte e danneggiamenti: portare a 18 mesi la permanenza significa dover destinare ancora piu' uomini e mezzi per la sorveglianza; personale che viene ancora una volta sottratto al teritorio'.
(ANSA)NE 25-SET-08 12:29
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