#piazzapermanente, il Camper SAP/Consulta Sicurezza a TRAPANI e AGRIGENTO con il Segretario Generale Gianni Tonelli (FOTO)

Continua il tour del Segretario Generale SAP Gianni Tonelli in Sicilia, assieme al Segretario Generale Aggiunto Francesco Quattrocchi e al Vice Presidente Nazionale Rosario Indelicato.


Messaggio ai Questori: VIDEO CLIP del Segretario Generale SAP

Video messaggio da Trapani: le sorprese della legge di stabilita’ a DANNO dei colleghi… Siamo solo all’inizio!


Cie, chiusi 6 su 13. Intervento del SAP sull’agenzia stampa ANSA

Immigrazione: Sap, Cie chiusi fallimento politiche migratorie

(ANSA) – ROMA, 26 NOV – “La mancata chiarezza sulle regole di ingaggio e i tagli alle risorse sono alla base del fallimento delle attuali politiche migratorie in Italia e della chiusura dei Cie, senza contare che fu un errore cinque anni fa introdurre il reato di clandestinita’ e aumentare i tempi di permanenza in queste strutture”. Lo afferma Nicola Tanzi, segretario generale del sindacato di polizia Sap.
“I migranti – spiega Tanzi – non sono detenuti, ma neppure possono godere di uno stato di liberta’ piena. Sono ‘trattenuti’ e non abbiamo regole di ingaggio adeguate. Pertanto le forze dell’ordine hanno poco spazio di manovra e non e’ possibile prevenire nel modo migliore le violenze che colpiscono in primis i poliziotti, oltre ai disagi per i cittadini e ai danneggiamenti alle strutture”.

“Eravamo e siamo contrari al reato di immigrazione clandestina – prosegue il segretario del Sap – perche’, cosi’ strutturato, non serve ad espellere realmente gli stranieri dal territorio nazionale e aggrava il lavoro delle forze di polizia. Da incoscienti, poi, e’ stato allungare i tempi di trattenimento nei Cie, con l’aumento vertiginoso di danneggiamenti e rivolte che ha portato alla situazione attuale”.
“L’unica cosa che e’ possibile fare adesso – conclude il sindacalista – e’ chiedere al Parlamento un intervento legislativo urgente per ristabilire, anche in tema di immigrazione, la certezza del diritto e, soprattutto, norme cogenti che permettano di punire e sanzionare i clandestini che commettono reati. Cosa che oggi non avviene”. (ANSA) NE/APE XQKT

Immigrazione: il declino dei Cie, chiusi 6 su 13
Danneggiamenti e rivolte, capienza ridotta da 1.851 a 749 posti

(ANSA) – ROMA, 26 NOV – Centri di identificazione ed espulsione in crisi. Dei 12 istituiti, ne sono stati chiusi sei e la capienza e’ stata ridotta in altri quattro a causa di danneggiamenti e rivolte, secondo quanto si apprende da dati del Viminale. Il risultato e’ che mentre la capienza complessiva delle strutture e’ di 1.851 posti, la ricettivita’ effettiva e’ di sole 749 persone. Ancora meno sono gli ospiti attualmente presenti (564 fino a qualche giorno fa). L’ultimo Cie a chiudere i battenti e’ stato quello di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), lo scorso 6 novembre. In precedenza erano stati sbarrati quelli di Brindisi, Bologna, Crotone, Modena e Trapani Vulpitta. Per tutti l’indicazione ufficiale della chiusura e’ attribuita a “lavori straordinari di manutenzione”. Capienza ridotta in quello di Bari da 196 a 112 posti in seguito ad una class action presentata da alcuni legali. Meno posti anche a Milano (da 132 a 28), Roma (da 360 a 222), Torino (da 210 a 98). (ANSA) NE/APE XQKT


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Cosa nostra: doppio colpo della Polizia (Video)

Dalla Sicilia alla Calabria, la Polizia di Stato festeggia e infligge un doppio, durissimo colpo alla criminalita&#39 organizzata…

Grazie alle Squadre Mobili di Palermo e Trapani, oltre ai colleghi dello Sco, il superboss messina denaro, attuale numero uno della mafia, sente franare il terreno sotto i piedi… E presto, ne siamo convinti, anche lui sara&#39 assicurato alle patrie galere! Intanto, nella giornata del 15 marzo sono stati arrestati 19 appartenenti a cosa nostra, tra i quali il fratello e due cugini del superboss (ancora per poco), oltre a reggenti di cosche, parenti e prestanome che hanno consentito al potente capomafia di far crescere i propri “affari”.

E un plauso va anche alla Squadra Mobile di Crotone che ha arrestato pasquale manfredi, 33 anni, boss della &#39ndrangheta. L&#39uomo, che boriosamente si faceva chiamare scarface, era considerato un elemento di spicco della cosca Nicoscia-Manfredi di Isola Capo Rizzuto ed era inserito nell&#39elenco dei 100 latitanti piu&#39 pericolosi.

Come sempre, i meriti sono dei colleghi e non di certa politica politicante che si vanta di successi non propri!!!


La “Catturandi” di Palermo arresta il n. 2 di cosa nostra

SAP, GRANDE OPERAZIONE DELLA CATTURANDI
(ANSA) – PALERMO, 16 NOV – &#39Grande operazione della polizia di Stato, dei colleghi della squadra mobile di Palermo, della mitica sezione Catturandi. Colleghi che portano avanti inchieste delicatissime e che ottengono sempre risultati straordinari. Non a caso la squadra mobile di Palermo e&#39 considerata una delle migliori al mondo e ne siamo orgogliosi&#39. E&#39 quanto scrive in una nota la segreteria generale del Sap, il sindacato autonomo di polizia, commentando l&#39arresto del boss Domenico Raccuglia.
&#39L&#39arresto del super boss – aggiunge il Sap – e&#39 la conferma che, nonostante i problemi cronici del nostro comparto e i tagli alle risorse per la sicurezza, i risultati arrivano, grazie esclusivamente all&#39impegno e alla bravura dei professionisti della sicurezza, dei quali non possiamo che essere orgogliosi&#39.
&#39La classe politica tutta – conclude la nota – dovrebbe meditare profondamente e pensare che forse, con mezzi adeguati, con risorse congrue e con organici all&#39altezza, i risultati contro la mafia e la criminalita&#39 potrebbero essere ancora migliori&#39. (ANSA) COM-TE/GIM 16-NOV-09 10:07

MAFIA: ARRESTATO BOSS RACCUGLIA, LATITANTE DA 13 ANNI
E&#39 CONSIDERATO NUMERO DUE DI “COSA NOSTRA”

(ANSA) – CALATAFIMI SEGESTA (TRAPANI), 15 NOV – Dopo tredici anni di latitanza il boss mafioso Domenico Raccuglia, 45 anni, e&#39 stato arrestato nel pomeriggio, dopo un indagine all&#39antica, con pedinamenti e intercettazioni, dai poliziotti della sezione catturandi della squadra mobile palermitana. Dal novantasei era ricercato per mafia, omicidi, estorsioni, rapine, e poi per le varie condanne che andava collezionando: tre ergastoli tra cui quello per l&#39uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, e altre decine di anni di carcere. Dopo di lui sono stati fermati per favoreggiamento i coniugi proprietari dell&#39abitazione dove si nascondeva: Benedetto Calamusa, 44 anni, e la moglie Antonia Soresi, di 38, entrambi senza precedenti penali. I poliziotti indagano per scoprire quali fossero i rapporti tra il mafioso e i due coniugi.
Mimmo Raccuglia, il &#39veterinario&#39 di Cosa nostra ha tentato di fuggire attraverso un terrazzo del covo in via Cabasino a Calatafimi Segesta, comune trapanese ricco di storia e noto per la battaglia vittoriosa dei Mille di Garibaldi sull&#39esercito borbonico, ma non ce l&#39ha fatta. Ha anche gettato da una finestra dell&#39appartamento al quarto piano un sacco con pizzini, due pistole e documenti, che e&#39 stato raccolto dai poliziotti.
Il materiale per gli inquirenti e&#39 &#39molto importante&#39.
L&#39operazione era stata ben congegnata. Il blitz e&#39 scattato dopo che il mafioso ha acceso la televisione: segno che era in casa. L&#39edificio era circondato e i poliziotti non potevano farsi sfuggire un&#39 occasione cosi&#39 ghiotta: ammanettare quello che lo stesso ministro dell&#39Interno Roberto Maroni definisce &#39il numero due di Cosa nostra&#39. &#39L&#39arresto di Raccuglia e&#39 uno dei colpi piu&#39 duri – dice Maroni – inferti alle organizzazioni mafiose negli ultimi anni&#39. Il responsabile del Viminale ha telefonato al Capo della Polizia, il prefetto Antonio Manganelli, per congratularsi dell&#39operazione.
Ma al di la&#39 delle classifiche, che nella mafia spesso cambiano velocemente, e&#39 certo che Raccuglia era, insieme a Matteo Messina Denaro e a Giovanni Nicchi, uno dei mafiosi piu&#39 ricercati d&#39Italia. Al momento dell&#39irruzione degli agenti nel suo covo era solo.
Ammanettato Raccuglia e&#39 stato fatto salire su una delle auto della &#39catturandi&#39 che e&#39 poi partita col corteo delle altre macchine della polizia verso la questura di Palermo. Qui i poliziotti sono stati accolti dai ragazzi di Addiopizzo festanti e dalle finestre degli uffici della Mobile, col passamontagna sul volto, gli agenti hanno ringraziato salutando con la mano col segno di vittoria.
Uomo vicino al clan Brusca di San Giuseppe Jato, Raccuglia, originario di Altofonte (Pa), ha scalato in vent&#39anni i vertici di Cosa nostra soprattutto per la sua ferocia nonostante il soprannome di &#39veterinario&#39 dovuto, a quanto pare, alla sua passione per gli animali, gatti e cavalli soprattutto. E&#39 considerato il boss che controlla il territorio che unisce la provincia di Palermo con quella di Trapani.
Al suo nome sono legati gli omicidi interni a Cosa nostra nella provincia di Palermo, soprattutto a Partinico, degli ultimi anni dove sono caduti uomini considerati vicini all&#39ex latitante o suoi nemici. Ricercatissimo da polizia e carabinieri che seguivano anche i suoi familiari (un fratello, Salvatore, e&#39 stato condannato per mafia) Raccuglia era finora riuscito a sfuggire alla cattura nonostante, ad esempio, i magistrati sapessero che da oltre dieci anni, agli inizi di giugno, in genere tre giorni dopo la chiusura delle scuole, la moglie partisse da Altofonte per andare a trascorrere le vacanze estive col marito latitante.
Il sostituto procuratore palermitano Francesco Del Bene che col pm Roberta Buzzolani ha coordinato le indagini sull&#39arresto del latitante parla di &#39un grandissimo risultato conseguito in un periodo difficile. La polizia lavora con pochi uomini e poche risorse. Cio&#39 accresce ulteriormente il valore di un&#39indagine svolta esclusivamente con metodi tradizionali: pedinamenti, videoriprese e intercettazioni&#39. Francesco Gratteri, direttore della direzione anticrimine centrale (Dac) della polizia di Stato dice: &#39Con l&#39arresto di Raccuglia e&#39 stata decapitata l&#39ala corleonese di Cosa nostra&#39. Al capo della polizia sono giunte le congratulazioni di numerosi esponenti politici, tra cui i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani e il ministro della Giustizia Angelino Alfano. (ANSA) SR-FK 15-NOV-09 23:33

Le foto dell&#39arresto (da repubblica.it)
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Trasferimenti Questori e Prefetti

Pubblichiamo la velina ministeriale relativa ai trasferimenti di Dirigenti Generali e Superiori, con decorrenza 8 gennaio 2008.

Il Consiglio dei Ministri ha deciso, inoltre, un giro di Prefetti. Tra le città che cambiano Prefetto, c’e’ Palermo per il trasferimento a Torino di Giosue’ Marino. A Palermo arriva l’attuale Prefetto di Livorno, Giancarlo Trevisone. A Livorno e’ destinato l’attuale Prefetto di Rimini, Domenico Mannino. A Rimini arriva il Prefetto di Agrigento Vittorio Saladino. Il Prefetto Maria Elena Stasi passa da Caserta a Campobasso mentre Anna Maria Cancellieri va da Catania a Genova. Giovanni Finazzo passa da Trapani a Catania. A Caserta diventa Prefetto Ezio Monaco. Da Vibo Valentia arriva a Chieti il Prefetto Vincenzo Greco. A Vibo lo sostituisce il Prefetto Ennio Mario Sodano. A Trapani arriva il neo nominato Prefetto Stefano Trotta. A Pescara viene trasferito da Avellino Paolo Orrei. Da Isernia passa ad Avellino Ennio Blasco. A Isernia arriva il Prefetto Raffaele D’Agostino. A Novara e’ nominato Prefetto Giuseppe Adolfo Amelio mentre a Modena arriva l’attuale Prefetto di Siena Giuseppina Di Rosa. A Siena e’ destinato Giulio Cazzella. A Ragusa e’ nominato Prefetto Giovanni Francesco Monteleone. A Nuoro e’ nominato Prefetto Vincenzo D’Antuono

La velina ministeriale dei Questori
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